Il Judo da sempre è considerata un’attività particolarmente indicata per i bambini nel loro percorso di crescita e sviluppo, perché stimola la motricità, la socialità, la condivisione degli spazi. Si può iniziare a salire sul tatami già all’età di 4/5 anni per svolgere un’attività propedeutica al Judo vero e proprio, unendo il gioco alla didattica. Crescendo i ragazzi acquisiscono maggiori competenze e sicurezza di sé, apprezzano il lato sportivo e la progressione nella pratica di tecniche sempre più elaborate.

Per quanto riguarda il valore educativo di questa disciplina ci affidiamo alle parole di Giuseppe Tribuzio, sociologo dell’educazione, docente universitario e istruttore di Judo:

«Il tatami è un micromondo in cui si apprende a relazionarsi con gli altri: ci sono regole da rispettare, limiti da non oltrepassare, un’etichetta da seguire, ma è anche un luogo in cui ci si può esprimere, raccontare, confrontare. Sul tatami si apprende il rispetto, il contegno, l’umiltà, la deferenza verso il Maestro e la disponibilità verso gli altri; si impara ad onorare le cose e ad avere cura dei compagni coi quali si condivide la Via. Attraverso il combattimento, poi, il judoka si esercita all’intuizione, alla creatività, a risolvere i problemi e a cogliere l’opportunità. Insomma, il Judo educa a vivere e a pensare. E una persona sana, intelligente, onesta e pensante, è utile alla società».

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